Calliope - Ludiche piastrelle
- Beatrice Di Santo
- 1 ago 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 2 ago 2020
In questo post vorrei riprendere una mia poesia, tratta dalla raccolta intitolata Calliope, Il Filo, Roma 2007.

Pur essendo passati più di dieci anni, ricordo benissimo il momento della composizione. Stavo fissando le piastrelle del mio bagno e la loro geometria, non era una buona giornata finché non ho preso in mano carta e penna. Il risultato è Ludiche piastrelle, ricollegate poi dalla mia mente alle caselle di scacchiera. Da qui parte la metafora della vita.
La connessione tra la casa, rappresentata dalle piastrelle, e il mondo, rappresentato come un gioco di pedine, completa quell'irresistibile senso di appartenenza a qualcosa che va oltre la partita, forse per sopravvivere allo scacco. Oggi mi rammenta quel senso ontologico che Hans-Georg Gadamer vuole dare al gioco nel suo scritto Verità e metodo, Gruppo Editoriale Fabbri, I edizione Bompiani 1983.
Ludiche piastrelle
Diagonale dell’ombra,
un alfiere si ritira nel pensatoio,
angolo invernale.
I miei cavalli sono stati mangiati,
pedone cannibale!
Fate parte dello stesso gioco,
sai?
Picchio bifronte,
sentinella troppo rumorosa
per la merlatura
del mio abito.
Il monarca è limitato
da un pensiero quadrato,
linea di prigione.
Sono la sposa di Satana,
mi destreggio, sinistra,
nell’ambiguità
di scacchiera.
Vuoi muovere?
Fine Partita.
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